Sfide, sfidazze e inutili battaglie

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E si continua ininterrottamente a parlare di SFIDE, non c’è discorso in cui Mattarella non citi i concetti di “sfide globali“, “sfide future“, “sfide per la crescita“… tutta roba legata ai mercati, non di certo alla vivibilità interna di una Nazione. 

E non è solo Mattarella che insiste a cavalcare quest’onda anomala di assurda competitività totale; praticamente tutti i politici italiani, da qualsiasi calderone essi provengano, negli ultimi anni non hanno fatto altro che soffiare sul fuoco dell’antagonismo sociale, della competizione fine a se stessa facendo cadere in errore l’intera massa popolare, sempre più convinta che questi discorsi motivazionali siano nati per migliorare la qualità della nostra vita. E l’errore sta proprio lì, nell’interpretare queste insane invocazioni come incentivi a lavorare di più e meglio per migliorare la nostra vita, quando invece finiamo per rovinarcela migliorando quella di coloro che gestiscono l’economia globale.

La ricchezza mondiale sta in mano all’1% della popolazione terrestre, a uno sparuto gruppetto di individui che beneficiano delle famose “sfide” che costantemente siamo spinti a fare, quando poi le “sfide” dovrebbero essere lanciate proprio da coloro che gestiscono il potere politico, l’unico in grado di “sfidare” e ridimensionare il sistema economico contemporaneo che alimenta spietatamente questa immonda disuguaglianza.

L’economia attuale è una specie di orrenda macchina che preleva risorse dalle famiglie, dalle piccole imprese e dai lavoratori, senza alcuno scrupolo né rispetto verso la gente in difficoltà. E la povertà dilaga mentre la supercasta si arricchisce sempre più.

Ma chi dovremmo sfidare? Le multinazionali che succhiano il sangue a sette miliardi di umani? I paesi che portano ovunque sul pianeta guerra e morte per vendere le armi che loro producono? I politici corrotti che gestiscono gli interessi delle lobby infami che annichiliscono i lavoratori onesti e soffocano le piccole imprese? Oppure dovremmo sfidare chi ci sta accanto e condivide con noi tutte le difficoltà di questa terribile contemporaneità? In pratica avviene proprio quest’ultima opzione, sfidiamo i nostri compagni di vita che stanno nel nostro stesso recinto di pecore da scuoiare e finiamo per accogliere le scudisciate verbali (appunto l’invito continuo ad accogliere le sfide) arricchendo a dismisura quei pochi e immondi esseri che ci sfruttano sempre di più.

Gli umani vogliono “serenità“, non antagonismo economico eterno col “resto del mondo“, e parlando di Europa unita, dove sta l’unità se ci continuiamo a “sfidare” per una stupida supremazia economica?

Sergio Figuccia

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