— 25 Novembre 2024Commenti disabilitati su Ora anche le “sfide” fra le università5
Ho letto un articolo pseudo-giornalistico che riporto parzialmente:
“Disponibile la QS World University Rankings 2024, una delle più importanti classifiche a livello mondiale delle migliori università d’Italia e del mondo. La classifica cita 1.559 istituzioni accademiche dislocate in tutto il Mondo, 60 in più rispetto allo scorso anno, con 42 atenei italiani che sono riusciti a conquistare un posto tra i primi 1.559″.
Sembra che a occuparsi della “classifica” (forse non avendo altro da fare) sia una società britannica specializzata in educazione e studio nelle nazioni estere; si chiama Quacquarelli Symonds (QS) ed evidentemente ritiene di essere in grado di valutare al meglio le qualità di ben 1.559 istituzioni accademiche dislocate in tutto il Mondo. Le “valutazioni” sono avvenute in virtù delle “performance” (come le chiamano loro), delle “reputazioni” (altro parametro poco attendibile perché basato su opinioni personali raccolte chissà dove) e della distribuzione di pubblicazioni accademiche (forse l’unico metro inoppugnabile preso in considerazione).
La Quacquarelli srl dichiara di aver effettuato l’analisi considerando 17,5 milioni di documenti accademici (forse elaborati essenzialmente con l’AI, considerando il numero stratosferisco dei documenti non certo esaminabili da pochi esseri umani), e le “opinioni” di 240.000 docenti e datori di lavoro accademici (presi chissà dove e molto probabilmente interessati a valutazioni positive per gli atenei in cui prestano il loro servizio – leggi conflitto d’interessi).
In un mondo ormai in preda alle “SFIDE” di tutti contro tutti, non poteva di certo mancare l’ennesima stronz… (scusate) sfida fra le università del pianeta. Una classifica che vede, guarda caso, fra i migliori atenei a livello mondiale le università del Regno Unito (la patria di QS) al secondo, terzo, sesto e nono posto. In pratica ben 4 atenei britannici sono presenti fra le prime 10 università “migliori” della Terra.
Io non vi mostro la “classifica” (che ritengo sia offensiva per tanti bravissimi docenti che insegnano negli atenei “in zona retrocessione” nella stupida classifica di QS), né ritengo opportuno proseguire col “lavaggio dei cervelli” che società PRIVATE continuano a fare, senza alcun freno o controllo degli enti internazionali preposti, nei riguardi di importanti istituzioni PUBBLICHE e, addirittura, di intere Nazioni, come avviene con le tristemente celebri “agenzie di rating” (Fitch, Moody’s, Standard & Poor’s ecc.); si tratta sempre di valutazioni difficilmente confermabili con certezza, sempre poco attendibili in quanto non verificabili, in molti casi costruite con presupponenza, se non con specifici interessi di parte. D’altra parte il “sistema di potere globale” concede a queste aziende, ripeto PRIVATE, di operare queste “manipolazioni” (perché di questo si tratta) per condizionare gli andamenti delle borse, delle economie mondiali, dell’opinione pubblica ecc.
Nel caso della folle classifica fra le università (a presto anche quelle fra gli ospedali, fra i vigili del fuoco, fra i politici, ecc. ecc.), il risultato certo è quello di confondere le idee agli studenti che si apprestano a entrare nel mondo accademico, di esaltare ancora di più i già glorificati atenei stranieri che vivono ormai della loro stessa fama e di penalizzare le università più giovani che, magari sono in grado di formare molto meglio le nuove leve, ma che non riescono a dimostrarlo per mancanza di “reputazioni” e di sufficienti pubblicazioni accademiche, proprio i parametri che QS prende in considerazione.
Ma servisse a qualche cosa! Si ottiene solo una corsa sfrenata a saturare i posti negli atenei “meglio qualificati” sia nei ruoli di titolari di cattedra sia in quelli di studenti rampanti che “devono” a tutti i costi dimostrare al mondo di “essere i più bravi“. La solita stupidissima “sfida” di un mondo di pazzi che genera competitività INUTILE.
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