La caverna di Platone come gli effetti devastanti dei media

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Il “mito della caverna” di Platone è una meravigliosa metafora che, oltre a essere considerata come testo fondamentale per la storia del pensiero e della cultura occidentale, costituisce anche un’ottima chiave di lettura del rapporto fra media e massa popolare dell’età contemporanea.
 
Ecco una sommaria descrizione della teoria platoniana:
In una caverna sotterranea la percezione di un gruppo di prigionieri immobilizzati contro una parete viene alterata per annichilirli e confonderne le coscienze. Dietro di loro un fuoco proietta una forte luce verso la parete che i prigionieri stanno guardando e fra loro e il fuoco una specie di palcoscenico rialzato permette le evoluzioni pilotate di alcuni burattini manovrati accuratamente da chi ha tutto l’interesse di presentare ai prigionieri una studiata messinscena teatrale. Uno dei prigionieri viene lasciato in libertà ed esce fuori dalla caverna riscontrando una realtà del tutto diversa da quella vista sulla parete sotterranea. Rientrando nella caverna cerca di convincere gli altri prigionieri che la loro percezione risulta ampiamente falsata dalle azioni dei burattini, ma i prigionieri restano convinti di vedere sulla parete la verità assoluta.
 
La metafora di Platone, vissuto oltre 2.400 anni fa, sembra più che altro una straordinaria profezia del mondo d’oggi, con i media e la classe politica che alterano di continuo la realtà percepita dalla società umana.
 
Il fuoco è la luce proiettata dalla televisione, i burattini sono i personaggi che si muovono dentro il sistema politico e sociale propagandato dalle tv, le ombre sono le illusioni inculcate ai “prigionieri” (la massa popolare) che alterano la realtà percepita in funzione degli interessi del sistema di potere dominante.
 
Corsi e ricorsi storici e filosofici, la falsità e l’ipocrisia sono da sempre le più infide armi del potere.

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