Nelle prime tre puntate del “Mistero della chimera” avevamo utilizzato il materiale raccolto con le due interviste di Walter.
Si era parlato della figura di Magnusson, delle sue aspirazioni nella fase iniziale del progetto, e delle varie possibilità relative alla misteriosa componente animale inserita nel DNA della chimera. Tutto questo comunque era piuttosto aleatorio, erano passati oltre quarant’anni ed il bambino al momento del rapimento era appena nato.
Dopo tanto tempo la creatura poteva avere assunto sembianze ben diverse da quelle di un essere normale o, al contrario, poteva presentarsi assolutamente non identificabile, in quanto identica ad un comunissimo essere umano.
Inoltre fra le possibili mutazioni, Magnusson aveva anche ipotizzato che nel tempo la chimera, nata maschio, potesse anche aver cambiato sesso.
Cercavamo quindi un uomo o una donna, con fattezze mostruose o perfettamente normali, con poteri sovrumani o priva di qualsivoglia differenziazione dalle potenzialità tipiche della razza umana…in pratica non avevamo nulla in mano, partivamo proprio da zero.
In quella fase quindi, in mancanza di altri dati importanti, inevitabilmente l’attenzione degli altri media e dei quotidiani iniziò a riversarsi anche sui nostri presentatori e autori del programma.
Il legame fra Walter e Cinzia, se era rimasto in secondo piano quando erano solo lettori di un TG, divenne invece di dominio pubblico con il nuovo programma televisivo. Le foto dei due si trasformarono in merce pregiata per i soliti paparazzi e giornalastri, così come li chiamavo io, che da buoni parassiti vivevano esclusivamente di gossip metropolitano, un po’ come tante sanguisughe appiccicate alla più inutile delle informazioni da dare al pubblico.
La fama che aveva concesso la televisione si ritorceva contro i due giornalisti.
Non avevano più una vita privata, e non potevano neanche lamentarsene perché erano “personaggi pubblici” e come tali venivano costretti a condividere con il prossimo l’intera loro esistenza, passo per passo, momento dopo momento; i media avevano trasformato la loro attività vitale, sia quella relativa alla sfera più intima che a quella professionale, in una sorta di reality divulgato con ogni mezzo in tutto il pianeta.
Io ho sempre odiato questo genere di popolarità, ne faccio volentieri a meno, fortunatamente il mio ruolo “dietro le quinte” mi tiene, anche oggi, distante dalla iper-esposizione mediatica di cui furono invece vittime Walter e Cinzia ma, sia per il direttore Rossetti che per l’intera YouGlobe, quella era la migliore forma di pubblicità per il programma e di conseguenza per l’intera azienda.
Anche la notorietà di Cinzia, nella qualità di compagna del giornalista a caccia della chimera profetizzata da Nostradamus, si estese su scala mondiale e finì col crescere a tal punto che il suo lavoro di intervistatrice di Pittorica.com, sotto falsa identità, venne scoperto.
Cinzia continuò ad indagare col suo vero nome, ma non pubblicò le successive interviste su Pittorica.com. I suoi colloqui con gli artisti, all’inizio, venivano effettivamente utilizzati a fini promozionali per gli autori interessati; infatti solo dopo l’incontro formale dinanzi le telecamere Cinzia approfondiva le sue domande.
Ma dopo la scoperta della vera identità dell’intervistatrice, le richieste di informazioni su Kurt Polasacra divennero predominanti e Cinzia ritenne così che la relativa documentazione in video avesse perduto il suo originale significato di promozione artistica.
Comunque si sbagliava; la forza smisurata di internet e dei media, avrebbe al contrario dato un maggiore slancio a questo tipo di diffusione commerciale in rete, proprio per la grande notorietà dell’intervistatrice.
Tuttavia gli artisti continuarono a collaborare con la Forestieri nel tentivo di ricostruire la vita di Kurt Polasacra, almeno nel periodo di permanenza a Palermo dei primi anni 2000.
A Cinzia inoltre era stato assegnato il compito di sostituire Walter quando era assente per le sue ricerche sul campo, e di leggere per intero l’edizione in lingua inglese del programma. Si può avere così un quadro piuttosto esplicito dell’improvvisa evoluzione della sua carriera di giornalista.
Fu proprio mentre presentavano insieme la quarta puntata del programma, prima di un altro reportage esterno di Mastrelli per raccogliere ulteriori notizie, che arrivò in redazione come un fulmine la notizia della morte di Magnusson.
Il foglietto con l’annuncio di poche righe fu consegnato velocemente a Cinzia mentre Walter al suo fianco stava parlando proprio del suo ultimo incontro con lo scienziato svedese.
– Scusami Walter, ma in questo momento mi è giunta una notizia importante che purtroppo devo dare in diretta. E’ un comunicato di “CronoNews” che segnala la morte del dottor Magnusson la scorsa notte, fra martedì e mercoledì.
– Temevo questo comunicato da un giorno all’altro; viste le condizioni dello scienziato non speravo potesse ancora vivere a lungo… anche se devo ammettere che durante la mia ultima visita mi era apparso leggermente migliorato.
– Sì, ma la causa della morte non sembra essere stata la sua malattia.
– Cioè?
Cinzia a quel punto mostrò delle doti di esperto “animale da scena” che ancora non le conoscevo.
Fece un attimo di pausa, levò lentamente lo sguardo dal volto di Walter e lo rivolse dritto alla telecamera, senza leggere la parte restante della notizia, memorizzata nel frattempo.
– Magnusson è stato ucciso. E sembrerebbe anche in modo piuttosto cruento.
A Mastrelli sfuggì un sincero << mio Dio! >>, lei proseguì annuendo e riprendendo a guardare il foglio.
– Il comunicato stampa parla di … di …
sgranò gli occhi fingendo di leggere sul foglio ciò che invece aveva
largamente già acquisito. Poi sollevò di nuovo lo sguardo verso l’obiettivo e
sillabando disse:
– … di svisceramento.
– Coomeee??
– Sì, Walter si parla proprio di morte causata da svisceramento; non è stata specificata l’arma usata, ma sembrerebbe trattarsi di qualcosa di mostruoso. Leggo testualmente: La scorsa notte lo scienziato svedese Samuel Magnusson è stato trovato morto nel suo letto con il ventre squarciato. Il cadavere, scoperto dall’infermiere che prestava il servizio notturno nella dimora di Magnusson, da tempo gravemente malato, presentava un totale svisceramento causato da una serie di tagli profondi sull’addome posti in forma circolare. Ad un primo sommario esame sembra trattarsi di un unico grande … morso.
Ci fu un attimo di silenzio tombale, immediatamente seguito da un intervento risolutore di Mastrelli, sollecitato da me dalla regia tramite l’auricolare.
– La notizia ci lascia attoniti, ma si tratta di un sintetico comunicato stampa che lascia ampi margini interpretativi. Quindi preferiamo non commentare e affidare alle prossime puntate del nostro programma l’analisi di questo oscuro omicidio. Vi lasciamo per questa sera alle news del TG black ed alle previsioni meteo. Buona serata a tutti voi.
La sigla, già partita in sottofondo durante la conclusione, ebbe quindi il sopravvento in audio-video e finì con enfatizzare l’aura di mistero che aveva pervaso quella parte del programma.
A telecamere e microfoni spenti si udì al di là dei vetri della regia un urlo di giubilo che fece trasalire Walter.
Lui alzò lo sguardo da quel foglio che aveva quasi strappato dalle mani di Cinzia e, nonostante le luci accecanti dei riflettori, vide chiaramente i cinque operatori della regia saltellare gioiosamente attorno a me.
Poi la mia voce gracchiò dal diffusore acustico.
– Siete stati eccezionali! Ma dove avete imparato a fare queste sceneggiate? La notizia è stata data con un tono così melodrammatico da fare invidia ad una copia di esperti attori teatrali… bravi, bravissimi! L’indicatore di ascolto qui segna livelli stratosferici.
Il tecnico audio si gettò sul microfono scalzandomi via con furia fanatica.
–E vedrete con le prossime trasmissioni …!!
Continuammo a gioire senza renderci conto di quello che stava provando Walter in quel momento.
Aveva conosciuto Magnusson da poco, ma i suoi due incontri con lo scienziato svedese erano stati molto intensi. Quell’annuncio della sua morte violenta, dato in diretta dalla sua compagna, l’aveva stravolto; figuriamoci quello che avrà provato vedendo noi nello studio di regia saltellare come deficienti per l’improvviso sbalzo in avanti dell’indice d’ascolto.
Quella dannata macchinetta che ci dava on line l’esatta percentuale di ascolto della trasmissione, brevettata da appena tre mesi e piazzata dall’azienda nella nostra sala di regia solo il mese prima, aveva amplificato a dismisura il nostro più bieco cinismo.
Cosa contava una vita umana di fronte ad uno schizzo in avanti di un indicatore elettronico? Che importanza poteva avere la perdita di una mente geniale, quando la contropartita era un imprevisto premio aziendale di produttività concessoci dal destino, quasi fosse la vincita di una lotteria?
A quel punto Walter Mastrelli si alzò e senza proferire parola si avviò verso l’uscita senza considerare minimamente Cinzia che lo seguiva come un agnellino.
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