Smart road, le supercazzole autostradali

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Di recente sono stati avvistati, ai bordi delle disastrate autostrade siciliane, strani altissimi pali neri che alla stragrande maggioranza degli automobilisti di passaggio sono apparsi incomprensibili strutture aliene.

Qualcuno ironicamente ha sostenuto che si tratta delle basi di enormi fionde che dovranno servire per migliorare i tempi di percorrenza nei collegamenti stradali fra Palermo, Catania, Messina e Trapani e che il bando per l’acquisto degli elastici è stato già pubblicato.

Per curiosità, e nel dubbio che la suddetta spiegazione fosse in realtà una provocatoria fake finalizzata a evidenziare che le autostrade siciliane sono, da oltre dieci anni, solo una serie infinita di cantieri (alcuni anche abbandonati), mi sono documentato, ovviamente razzolando su Google come ormai fa il mondo intero, e ho scoperto che si tratta del primo passo verso le SMART ROAD in Sicilia.

Ovviamente la solita odiosa paroletta anglosassone (TUTTO QUELLO CHE RIGUARDA LA TECNOLOGIA IN GENERE DEVE ESSERE PER LEGGE DIVINA PRONUNCIATO IN LINGUA INGLESE) ha sviluppato ulteriormente la mia attenzione e sono andato a leggere la spiegazione che viene fatta al riguardo dall’Anas e dalle società tecnologiche coinvolte nel progetto sui loro rispettivi siti internet. Ecco uno stralcio di questa “delucidazione“:

La smart road è una “strada intelligente” (allora perché non l’hanno chiamata così?) che permette la connessione e la comunicazione fra i veicoli che la percorrono soprattutto quelli che non dispongono di un volante o di una pedaliera, ossia quelli a guida autonoma, nonché l’applicazione della metodologia BIM (ovviamente: Building Information Modeling) che digitalizzerà i processi di gestione e sviluppo delle relative infrastrutture generando un database informativo dinamico costantemente aggiornato che potrà gestire l’asset permettendo di conseguire obiettivi di elevate performance. Tra le tecnologie utilizzate, da segnalare gli Smart Pole, postazioni polifunzionali dotate di innovativi sistemi di comunicazione; le tecnologie CV2X e DSRC, alla base per il futuro sviluppo della guida autonoma; il sistema Wi-Fi in Motion, connettività molto potente su cellulare e in movimento; le Smart Camera, con controllo visivo immediato sull’intera tratta. Il tutto è integrato dalla piattaforma Kireti per la supervisione e il controllo degli impianti tecnologici.

Una domanda mi sgorga dal profondo dell’animo: chi è riuscito a leggere fino in fondo questa spiegazione, è stato capace di non connetterla d’istinto con la celebre SUPERCAZZOLA di Ugo Tognazzi?

La “esaustiva” spiegazione, tra l’altro, è stata integrata dalla seguente segnalazione:

Per le opere la cui progettazione sia stata avviata dopo gennaio 2018, l’uso del BIM in Italia è obbligatorio a partire dal 2019; le smart roads genereranno nel 2022 un business da oltre 30 miliardi di dollari“.

Già il fatto che si parli di dollari, e non di euro, mi puzza tanto di bruciato, inoltre che l’obiettivo FINALE sarà primariamente quello di gestire le auto con guida autonoma (senza pilota dunque) e di garantire monitoraggi che in atto tuttavia sono già possibili con le tradizionali telecamere e le reti esistenti, mi fa sorgere il serio dubbio che il vero obiettivo sia quello raggiungibile nell’immediato (il citato business da oltre 30 miliardi) e non l’altro, che non riesco a immaginare in alcun modo possibile se non a LUNGHISSIMO termine, di veder sfrecciare sulle autostrade siciliane tanti veicoli privi di pilota. Ma, anche accettando come possibile questa proiezione fantascientifica, vi sembra plausibile che si sprechino OGGI tante risorse economiche per “bellissimi” progetti futuribili da inserire in un contesto autostradale siciliano che in atto è quantomeno fatiscente, considerati i tanti cantieri aperti da decenni e mai chiusi e le tante nuove infrastrutture necessarie nell’immediato ma ancora bloccate a livello progettuale da una burocrazia perversa (e forse anche da ben altro)?

E poi, già che ci siamo con la fantascienza, perché non provvedevano subito col TELETRASPORTO in perfetto stile Star Treak, avrebbero risolto definitivamente gli intasamenti del traffico e ottimizzato i tempi di percorrenza azzerandoli addirittura.  

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(P.S.: ricordo infine che l’obbligatorietà del BIM, prevista in sede governativa a partire dal 2019, riguarda le OPERE LA CUI PROGETTAZIONE SIA STATA AVVIATA DOPO IL GENNAIO DEL 2018, e che le autostrade siciliane in continua emergenza manutentiva esistono da molto più tempo; quindi non bisogna parlare di BIM obbligatorio, sarebbe una fake anche questa)

 

Sergio Figuccia

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