Quella sera Walter Mastrelli e Cinzia Forestieri si erano presentati negli studi di YouGlobe con qualche minuto di ritardo.
Erano dei seri professionisti e raramente incappavano in ritardi, anche perché prima della messa in onda della trasmissione davano sempre una sommaria lettura alle notizie della edizione del TG-White per dividersi i comunicati ed evitare così fastidiosi accavallamenti negli attacchi dei testi.
Ma proprio quella sera, quel piccolo ritardo non permise la pre-lettura delle news e le notizie vennero ripartire a caso fra i due, con una veloce ed approssimativa separazione fisica dei fogli, non senza un intervento di velato e ironico rimprovero che il mio ruolo imponeva.
– Vi ricordo – dissi al microfono dietro il vetro della sala di regia – che avete la responsabilità, ben retribuita, di un telegiornale internazionale che ha un discreto seguito; non sono ammessi ritardi nelle partenze come per i treni delle ferrovie dello stato.
Mastrelli non subì passivamente la mia frecciatina e rispose alla mia battuta con una schiacciata vincente che rientrava perfettamente nel suo carattere equilibrato ma pur sempre combattivo.
– Caro Pastrone, ti ricordo che la tua retribuzione è pari alla somma di quella mia e di Cinzia e che non sei pagato per fare il Capo-Stazione … quindi se vuoi fischia e fai partire il convoglio e non ci rompere i vagoni. Vedi quante rime in “one” ti ho fatto?!
Sinceramente mi dava un po’ fastidio essere fregato nei rimbalzi e replicai con uno scherzo estemporaneo.
– Cazzo! Ma sei già in diretta!
La faccia annichilita di Walter fece scoppiare me e i tecnici in una fragorosa risata che si propagò nello studio tramite gli altoparlanti della sala di regia.
Cinzia si chinò divertita sorridendo sui fogli che avrebbe letto da lì a poco e Walter, rasserenato dalla mancata brutta figura in diretta, si limitò a scandire una nota frase di invito di valenza mondiale. – V-a-i a f-a-r-e i-n c-u-l-o !!
guarda la sigla del TG white
Lesse tutto con la solita disinvoltura: dalla notizia relativa al nuovo insediamento presidenziale in Ruan, la Repubblica Unica dell’Africa del Nord nata nei primi mesi del 2012, ai risultati del Campionato Europeo di Calcio, dalle previsioni meteo-continentali, alla presentazione del primo Festival Cinematografico di Nancy.
Poi come sempre venne il momento delle news scientifiche e si ritrovò a leggere questo comunicato:
– Lo scienziato svedese Samuel Magnusson, noto per le sue scoperte in ambito bio-genetico, ha fatto alla stampa una clamorosa dichiarazione. Ha detto di aver clonato se stesso in un esperimento della fine degli anni 60 ma che il proprio figlio, al quale aveva dato il nome Richard, è stato misteriosamente rapito nei suoi primissimi giorni di vita. Magnusson ha dichiarato di non aver mai sporto denuncia perché conscio delle proprie responsabilità legate alla illegalità dell’esperimento, e che in tutti questi anni ha sofferto spaventosamente per la sorte di suo figlio, soprattutto per un’altra sua caratteristica biologica unica al mondo che, se ancora in vita, potrebbe portarlo alla morte proprio nel 2012. L’uomo ha comunicato di essere malato terminale, pertanto ha ritenuto doveroso, a questo punto, rendere nota all’umanità la vera natura del bambino del quale non ha più notizie. Dalla nostra sede di Stoccolma ce ne parla la nostra collega Lisa Betty Foster.
Seguì un servizio in video, registrato poche ore prima tramite collegamento satellitare che Walter vide per la prima volta e seguì con particolare interesse, tanto da risultare un po’ troppo meditabondo al momento della sua conclusione e del conseguente ritorno all’inquadratura del suo volto.
Nel breve filmato veniva spiegato che il bambino, improvvisamente sparito dall’abitazione-laboratorio dello scienziato, era stato concepito in provetta per clonazione, come frutto di un esperimento genetico che aveva previsto anche l’inserimento di geni di un essere non umano nel DNA del feto .
Lo scienziato non aveva specificato di quale animale si trattasse e lanciava comunque un appello al mondo intero invitando chiunque avesse avuto notizie di suo figlio di comunicarle nel più breve tempo possibile.
Alla fine del servizio la mia collega aveva specificato che quello strano ibrido veniva scientificamente definito una “chimera”, e che non poteva comunque avere lunga vita per le proprie caratteristiche fisiologiche di instabilità. Magnusson però, in base alle sue ultime scoperte, era in grado di poter intervenire sul DNA di suo figlio, che se ancora in vita doveva essere già un uomo adulto, annullando così i pericoli dell’invecchiamento cellulare e donandogli quelle possibilità di sopravvivenza che trent’anni prima non erano ancora possibili.
Lo scienziato però era allo stato terminale della sua malattia e gli restava ormai poco tempo a disposizione per agire in tal senso, ecco il perché di quel suo accorato appello televisivo.Vista la mia reazione dopo la sigla finale, al di là dell’altoparlante di regia, Mastrelli capì di aver chiuso il telegiornale con un’espressione evidentemente troppo perplessa per lo standard tradizionale.
clicca per sentire l’audio
– Ma che cazzo ti è successo? In chiusura sembravi un ebete rincoglionito – gracchiai dal dispositivo acustico.
– Porco cane! Risultavo così tanto imbarazzato in video? – rispose Walter. – Più che imbarazzato sembravi centrato da un fulmine. – Scusami! L’ultima notizia era piuttosto inquietante e mi ha coinvolto emotivamente. – Se devi continuare a fare questo mestiere devi imparare a sopprimere le tue emozioni, caro Walter, almeno in quella mezz’ora di lettura delle notizie. Dopo puoi anche farti suggestionare liberamente… il poi è di tua pertinenza, ma il durante è solo di proprietà di YouGlobe, ricordalo! – Uuhhh! Che esagerazione! E’ stata solo una breve perplessità di qualche secondo, non accadrà più. C’è bisogno di spargere tutto questo paternalismo? – Prendo atto dei tuoi buoni propositi per il futuro ed ora ti mando a cagare perché il mio turno sta terminando. Ci vediamo domani, ciao ciao.
Quella volta però Mastrelli era stato effettivamente troppo poco accorto nel farsi condizionare fino a quel punto, avevo proprio ragione io. Ma la notizia era di quelle che non facevano dormire la notte, almeno uno come Walter tanto patito di leggende, mitologia, presagi e profezie.
Già da ragazzo Mastrelli era stato un grande appassionato delle predizioni di Nostradamus; trascorreva pomeriggi interi a studiare le quartine del celebre indovino per tirarne fuori possibili indicazioni soprattutto su eventi futuri.
Il suo era una specie di giornalismo esoterico che però non era mai riuscito ad utilizzare professionalmente, occupato com’era solo nel leggere le notizie preconfezionate da altri colleghi; e questa cosa non l’aveva mai digerita.
Walter era proprio affascinato dalla particolarità delle parole dell’indovino, come diceva lui “messe una dietro l’altra, quasi fossero effetto di una sequenza di estrazioni a caso da un recipiente virtuale contenente tutti i vocaboli ed i verbi del mondo”. La caratteristica delle sue profezie era proprio quella di permettere ai posteri di interpretare a piacimento quelle composizioni; e la gente, nel corso dei secoli, aveva sempre trovato una relazione precisa fra ogni quartina ed un pertinente evento storico.
Ma le interpretazioni date in passato ai misteriosi versi lo interessavano poco, voleva essere lui a convincersi di cosa potessero effettivamente indicare, non si fidava molto delle chiavi di lettura degli altri studiosi, nonostante la loro indiscutibile preparazione e i titoli accademici vantati. D’altronde aveva riscontrato in molti casi la coesistenza di spiegazioni diverse sulla stessa quartina, che poteva essere così attribuibile a circostanze storiche differenti l’una dall’altra.
Così lo affascinava il poter trovare soluzioni alternative, scoprire che l’evento collegato in precedenza ad una strofa era possibilmente di tutt’altra natura. In genere tutti concordavano sul fatto che la dodicesima ed ultima centuria si occupasse solo di avvenimenti del terzo millennio, quindi il lontano futuro per chi cercava di interpretare i versi di Nostradamus respirando l’aria del XX secolo o dei primissimi anni del XXI, quindi nella fascia fra il 2000 ed il 2005; per quella gente era risultato ben più agevole decrittare gli eventi del passato nascosti fra le quartine delle centurie precedenti.
Facile trovare un nesso, magari un po’ artificioso, con la storia già vissuta dall’umanità; altra cosa risultava invece riuscire a trovare un legame fra le ultime ermetiche predizioni e i fatti che invece sarebbero dovuti ancora accadere e sulla cui natura nessuno, se non Dio, poteva mai essere anche minimamente edotto. Alcune quartine della dodicesima centuria erano rimaste quindi ancora libere da decodificazioni, lui però si era divertito a trovare per tutte una chiave di lettura basandosi sulle possibili evoluzioni storico-sociologiche dell’umanità funzionali agli avvenimenti che avevano costellato i suoi primi 40 anni di vita.
Non era stato facile, ma alla fine aveva trovato le ipotesi giuste per dare un senso a quelle strofe, in tutto questo però una sola quartina lo costringeva ancora a passare notti insonni assillandosi costantemente nella sua analisi:
Aveva pensato inizialmente che i cambiamenti climatici verificatisi fin dai primi anni del XXI secolo, e proseguiti fino al 2010, fossero stati l’oggetto della prima riga e quindi anche dell’intera profezia. In seguito però si era reso conto che al centro dell’attenzione di Nostradamus non c’erano né tornadi, né cicloni, né trombe d’aria, che avrebbero indicato solo un segmento temporale …già “temporale” anche nel senso dei venti tre volte più forti.
In quel caso l’indovino descriveva invece un preciso anno, non un lasso di tempo né una serie di eventi meteorologici; quindi la spiegazione doveva essere un’altra.
Ci arrivò in seguito, notando per caso nella notte di capodanno del 2011, che il subentrante anno avrebbe avuto la caratteristica di un numero che, letto a coppie di cifre, faceva seguire al numero 20 iniziale il risultato di una moltiplicazione, quel “per tre volte”; e riflettendo sul numero dei Cavalieri dell’Apocalisse, che sono 4, aveva dedotto che 20(3×4=12) portava al 2012….proprio l’anno che stavamo vivendo, l’anno delle profezie Maja, di quelle di San Malachia e ora, lui ne era certo, anche di Nostradamus; d’altra parte anche la presenza della quartina nella dodicesima centuria poteva costituire un ulteriore forte collegamento con il 2012.
Eravamo dunque nel periodo preciso di quella predizione, e la lettura di quella notizia al TG white serale aveva confermato a Walter di aver fatto centro con quella sua ipotesi.
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