Leggo su un diario di Facebook un forte sfogo di una utente che maledice la classe dirigente italiana per non aver creato le condizioni per non costringere i propri figli, insieme a centinaia di migliaia di altri giovani disoccupati, a fuggire all’estero in cerca di un futuro che in Italia sembra impossibile poter trovare.
La madre prosegue nel suo post, precisando che solo i figli della casta politica o dell’alta borghesia riescono ad accedere senza difficoltà al mondo del lavoro, tutti gli altri giovani sono costretti a girovagare per il mondo in cerca di un’occupazione qualsiasi pur possedendo magari una laurea e un master e subendo pure la beffa dello sfottò infame di qualche insulso politico.
Nello stesso post l’utente di Facebook manifesta anche la propria rabbia per aver trascorso ancora un Natale, non come gioiosa festività religiosa, piuttosto come unica opportunità, limitata a qualche giorno, di poter ritrovare i propri figli altrimenti in giro per il pianeta.
Sette famiglie su dieci hanno figli fuori dalla propria terra di origine. Ma non è solo un problema italiano, per quanto il nostro venga anche amplificato dal più basso livello qualitativo della classe dirigente mai raggiunto nell’intera storia della nostra Repubblica.
Il fenomeno è legato però anche alla follia della globalizzazione, un cambiamento di natura catastrofica in tutti i settori della società moderna: dai mercati cosiddetti “liberi”, agli schizofrenici spostamenti di masse popolari, dalle ormai irrefrenabili influenze delle multinazionali nelle economie di tutti i paesi del mondo alla falsa “necessità” di esperienze accademiche all’estero (erasmus).
I nostri giovani sono stati indotti a vedere opportunità di lavoro e di studio qualificato solo fuori da casa propria; è stato presentato, come top per le loro aspettative, un futuro “bellissimo” da apolidi disoccupati.
I nostri figli sono stati illusi, presi in giro, ipnotizzati, e la cosa risale ai primi anni ’90, quando si faceva il “lavaggio del cervello” nelle scuole di ogni ordine e grado per fare accettare con il massimo dell’entusiasmo ai nostri giovani l’avvento dell’europa unita, i cui reali obbiettivi e occulte finalità solo oggi ci sono apparsi nella loro tragica crudezza.
Stanno sostituendo piano piano gli italiani “choosy” (laureati e fluttuanti nella sfera della disoccupazione intellettuale), come disse la maledetta fornero, con decine di migliaia di giovani migranti disposti a lavorare gratis pur di essere accolti a casa nostra.
È questo il vero “piano” di questi insulsi e scriteriati politici “europazzi”, incapaci ormai di far ripartire l’economia del vecchio continente con i vecchi parametri. Non sono in grado di assicurare il futuro ai nostri figli? Allora li prendono in giro facendoli vagare per il mondo nella speranza di un posto di lavoro.
Dante avrebbe condannato questi esseri immondi nel girone più atroce dell’inferno, fra demoni cazzuti in preda a irrefrenabili attacchi di priapismo e potenti fiamme purifricatrici da spargere nell’enorme vuoto dei loro cervelli.
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