Il vero problema delle innovazioni tecnologiche non sta solo nel cattivo utilizzo, o nell’impreparazione degli utenti, piuttosto nel chi le propone con estrema superficialità allo sfruttamento globale al fine di ricavarne nel minor tempo possibile i maggiori profitti possibili, nonostante si tratti ancora di strumenti poco rodati e completamente privi di controllo nella loro tanto decantata crescita.
Le AI sono cresciute troppo in fretta e in modo scriteriato proprio per permettere a ideatori, gestori e aziende consumatrici di guadagnare “a quattro ganasce” senza alcuno scrupolo morale, e senza una corretta valutazione degli eventuali rischi.
Guardate, tanto per avere più chiare le idee, cosa dice Marco Camisani Calzolari, uno dei maggiori esperti al mondo in questo settore, in un suo recentissimo post:
Le AI decidono per conto e al posto dei loro “datori di lavoro“, sostituiscono le risorse umane alle quali, prima di questa follia, era demandato l’incarico di operare con responsabilità e criterio.
In un prossimo pericoloso futuro, neanche tanto distopico, gli errori delle intelligenze artificiali (che oggi si contano a palate) potrebbero distruggere dove l’uomo ha costruito, e sarà uno sfacelo in molti casi irreversibile. Prima un errore umano veniva punito con il licenziamento, in futuro gli errori delle AI senza controllo umano non permetteranno neanche questo e loro (le AI) continueranno a sbagliare sempre più portandoci al caos totale.
L’asserzione: “il progresso non si può fermare” è una delle frasi più stupide e deleterie che siano mai state pronunciate; se noi non fermeremo, o almeno non controlleremo attentamente, l’evoluzione scriteriata dell’intelligenza artificiale saremo noi a essere fermati dalle nostre stesse invenzioni, sfigurando così di fatto la stessa definizione di “progresso“.
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