TG1, dilettanti allo sbaraglio

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Ma avete mai provato a seguire attentamente il TG1 della Rai, specialmente nelle edizioni delle 13,30 e delle 20,00?

Spesso quando si accende la televisione a ora di pranzo o di cena, si è intenti maggiormente a preparare da mangiare, apparecchiare, chiudere le maledette telefonate dei call center persecutori, gridare “a tavolaaaa!” a figli, consorti e parenti conviventi che sono ovunque ma non certo in vicinanza del tavolo ancora privo di qualsiasi corredo per l’alimentazione giornaliera, … insomma si fa tutto tranne che attenzionare le dilettantesche performance dei pseudo-giornalisti del TG1. Questo servizio pubblico d’informazione, vuoi o non vuoi, diventa piuttosto un momento di intrattenimento sonoro, molto spesso privo di vero interesse critico da parte della maggioranza dei telespettatori.

Io però ho osservato e ascoltato con più attenzione questa specie di ridicolo spettacolo pirotecnico di amenità quasi cabarettistiche che vi vorrei descrivere, così magari per riderci un po’ su, visto che da anni questo “strazio” non riesce a fermarlo o almeno modificarlo proprio nessuno.

Qualche anno fa ho già espresso il mio dissenso per il modo di parlare, diciamo eufemisticamente “singolare“, delle lettrici ufficiali e di quasi tutti i reporter esterni. Frasi lunghissime espresse in modalità accelerata e sincopata nello stesso tempo che d’improvviso si fermano fra un nome e il relativo cognome, o fra il verbo e il participio passato o ancora fra un sostantivo e l’aggettivo correlato (leggete qui per avere qualche esempio in merito). Questa ridicola tecnica, chissà chi è quel genio che l’ha partorita, vorrebbe infondere nel telespettatore di volta in volta, a seconda della tipologia di notizia, o angoscia, o senso di stupore, o falsa serenità di esposizione, non riuscendo tuttavia in nessuno di questi intenti. Il breve video qui di seguito ne costituisce un altro esempio, ma è stato pubblicato 6 anni fa, molto prima dell’avvento dell’intelligenza artificiale che sicuramente oggi presenterebbe i tg molto meglio di Valentina Bisti & … C.

 

Ma parliamo anche d’altro: per esempio di quello stupidissimo sommario di un solo minuto mandato in onda appena quindici minuti prima dell’altro, meno sintentico, che precede tutti i telegiornali, o alla patetica presentazione di un servizio del quale la lettrice principale del TG1 (sono molto spesso donne) espone prima del collegamento tutti i contenuti, costringendo il povero reporter a iniziare sempre con un patetico “è proprio così” o altrimenti con un accondiscendente “è come hai detto tu” per poi ripetere le stesse cose anticipate dalla collega in studio.

Un’altra perla sono proprio questi collegamenti in diretta; funzionano così: la regia fa esporre come al solito un sunto abbondante alla lettrice, poi manda in onda un collegamento in diretta con un o una reporter piazzato/a sulla “scena del delitto“, o su quella della “catastrofe“, oppure, in caso di notizia parlamentare, dinanzi l’ingresso di un palazzo istituzionale, e questo a qualsiasi ora del giorno o della notte e con qualsiasi situazione metereologica. Il povero inviato speciale, sia esso uomo o donna, ripete come sempre le stesse cose pronunciate in studio per poi presentare a sua volta un altro servizio registrato in precedenza. (cosa che, come è ovvio, poteva fare “direttamente” la lettrice del tg). Durante questa “spettacolare e utilissima diretta” di una ventina di secondi, si vedono sullo sfondo o immagini statiche, che potrebbero benissimo essere foto o screeshot senza alcuna anima viva in movimento, o gruppetti di turisti che salutano in direzione della telecamera, o talvolta qualche performance dei disturbatori televisivi con le loro facce grottesche a corredo dei loro stupidissimi interventi. Tutto ciò spesso con l’inviato speciale sotto l’ombrello, o con gli stivali in mezzo a un pantano o in mezzo a una campagna isolatissima dove, a detta del reporter, è stato commesso il fattaccio “proprio qui dietro … a una trentina di chilometri“. Ricordo che per permettere la messa in onda di presentazioni di servizi di servizi di servizi del genere devono essere inviati sul posto almeno tre individui, pagati dalla Rai con soldi pubblici. A noi sembra uno spreco, e a voi? Qual’è poi, sempre secondo voi, la reale finalità di carnevalate di questo tipo? Fare spettacolo, fare schiuma, proprio come quando i bambini battono i piedi sul bagnasciuga per schizzare l’acqua addosso ai passanti. Evidentemente i registi dei tg1 ritengono che questo ping pong fra giornalisti faccia audience; ma che si informino meglio però, gli indici di ascolto (tra l’altro segnalati da una società composta per il 33% proprio dalla Rai) non sono indici di effettivo gradimento. L’orrore e la demenza in tv desta interesse solo per gli scemi.

Ma di raccapriccianti “perle” di questo genere nel TG1 ce ne sono tantissime. Un altro esempio è l’uso, reiterato, ridondante, banale, tedioso e inutile di certe parole o di certe espressioni, spacciate come slang professionali, che però, ascoltate per decine di volte in ogni edizione dei tg, finiscono col diventare quasi frizzi macchiettistici da avanspettacolo. Contate, per esempio, quante volte in un TG1 sentite la parola “sfide“, o la frase “facciamo il punto“, o l’espressione “ecco il nostro racconto“, o ancora “paesaggio mozzafiato“, “sold out” … ci sarebbero tanti di quegli esempi da riempire un intero volume della Treccani.

In periodo di guerra, come quello che stiamo vivendo, le performance di certi giornalisti del TG1 ci hanno “deliziato” poi con i loro “racconti” speciali sulle vittime dei bombardamenti russi in Ucraina, specialmente nelle giornate in cui “netamiaumiau” bombardava Gaza UCCIDENDO DECINE DI BAMBINI AL GIORNO. Ebbene, nello stesso giorno il TG1 faceva servizi speciali sui parenti di un giovane mandato al fronte da zelensky del quale non si hanno notizie, o una povera vecchietta ucraina, viva e vegeta ma rimasta sola molto prima della guerra, che spingeva un carrello carico di vettovaglie. Racconti “emozionanti“, specialmente per distogliere l’attenzione dal massacro degli israeliani in Palestina concentrando tutto il male del mondo su putin che, secondo il sistema di potere occidentale doveva accettare per forza la presenza della NATO sotto casa.

Concludo con l’autoreferenzialità che ha reso famoso questo tg in “tutto il mondo“. Non vi è capitato mai di sentire dalle lettrici o dai giornalisti la frase “in esclusiva per il TG1“? L’ultima in ordine di tempo di queste “esclusive” è la foto dell’impronta “97F” sul muro della villetta del Caso Garlasco. Un’immagine mandata in onda una sera nel tg1 almeno una decina di volte con la scritta in sovrimpressione “ESCLUSIVA TG1” … cazzu cazzu! Direbbe Cetto La Qualunque, un’esclusiva mandata poi in onda in tutti gli altri tg appena pochi minuti dopo … ma volete mettere quest’anticipo che solo il TG1 è in grado di proporre ai propri telespettatori! Cazzu cazzu! E poi, che bella immagine chiara e inequivocabile, che neanche gli inquirenti sono stati ancora in grado di capire!

Insomma per dirla in parole povere, quelle più adatte alla povertà morale e professionale dell’intero staff del TG1, questo tipo d’informazione del TG1 prende il nome dal più classico dei servizi pubblici: è proprio il caso di chiamarlo “vespasiano mediatico“.

 

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