Social degrado

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Si legge sulla stampa che una cosiddetta “influencer” (nuova insulsa figura battezzata così dagli amministratori dei social che ne sfruttano – per far soldi – l’estrema e grottesca disinvoltura nel presentarsi sul web), tale “jayne rivera“, ha posato dinanzi alla bara ancora aperta del padre cinquantenne appena defunto, bardata in un luttuoso look da “regina della morte” e il solito atteggiamento pseudo-sexy che certe donne utilizzano per attirare l’attenzione dei web-nauti più stregati dalle idiozie della rete, specialmente in un particolare social, generato in oriente, che concede libero sfogo alle più ridicole e sordide paranoie da protagonismo globale dei propri iscritti, una vera e propria spettacolarizzazione di veri talenti, ma anche di farseschi narcisisti in cerca di gloria
 
Questo è il degrado nel quale è precipitata gran parte dell’umanità con l’avvento dei social.
Bloccare un singolo account non serve neanche più.
 
La demenza e il cattivo gusto finalizzati al protagonismo senza alcun limite, costituiscono la causa principale di una vera e propria sindrome acquisita che sta ricadendo sull’intero Pianeta come un terribile fall out radioattivo susseguente all’esplosione dell’alta tecnologia nel settore della comunicazione globale.
 
Squallidi e demenziali personaggi, come questa ignobile tizia, sono l’emblema del decadimento sociale generato dalla maggior parte di coloro che, privi di qualsiasi tipo di talento e magari anche profondamente ignoranti, vengono idolotrati dai media ed etichettati come “influencer” solo perché centinaia di migliaia di altri scriteriati, contaggiati anch’essi da questo morbo infernale, vanno appresso alle loro deliranti iniziative senza alcuna dignità.
 
Il numero dei membri di queste insane community è direttamente proporzionale al degrado sociale da esse pubblicamente manifestato. Più è alto il numero degli INFLUENCED (influenzati) più si dimostra elevato il grado del cattivo gusto e il livello di grottesco raggiunto dai relativi INFLUENCER.
 
L’orrore, l’idiozia e il kitsch sono diventati strumenti di popolarità.
 
Se vogliamo aggiustare un po’ le cose e recuperare un po’ di qualità nell’ambito culturale e sociale, dovremmo far capire ai media e ai social che un alto numero di follower non corrisponde assolutamente a un alto livello artistico o umano dei relativi personaggi così attentamente seguiti.
Bellezza e prerogative fisiche hanno sostituito purtroppo il talento, la cultura e le capacità artistiche e a questi scadenti istrioni del web si perdona ormai di tutto, anzi i media ritengono che la loro popolarità possa perfino servire ad attirare ancora di più i telespettatori facendo così maggiore audience. Il liquame è stato parificato allo champagne.
 
Franco Battiato, nella sua splendida canzone “Povera Patria” parlava di “gente infame, che non sa cos’è il pudore. Si credono potenti e gli va bene quello che fanno. E tutto gli appartiene
Sergio Figuccia

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