È da dieci anni che urliamo dal nostro blog, ma gridiamo inutilmente dentro una tempesta, che PROTAGONISMO, MITOMANIA e MEGALOMANIA sono i peggiori mali del terzo millennio e vengono veicolati dai MEDIA e soprattutto dai SOCIAL.
Tutto il resto del degrado sociale deriva proprio da questa deleteria fenomenologia.
In un post di Marco Travaglio, brillante e geniale come sempre, viene citato l’editore e scrittore Leopoldo Longanesi che, nel descrivere Curzio Malaparte, diceva: “È così egocentrico che, se va a un matrimonio, vorrebbe essere la sposa e a un funerale il morto“. Poi Travaglio aggiunge: “I mitomani di oggi, se c’è un attentato, vorrebbero essere la vittima (ma a debita distanza e al calduccio, si capisce)“.
Le tv (talk show, tg, reality, le chiassate televisive ecc.) e i social in genere (se ne salvano davvero pochi) costituiscono il palcoscenico o l’altare ideale per le grottesche performance di questa gentaglia.
Purtroppo però chi sta in “platea” non è educato a stigmatizzare e ridimensionare queste esibizioni di ego malato, e finisce col dare seguito e visibilità proprio a coloro che dovrebbero invece essere gettati nel cestino dell’oblio mediatico. La correttezza, la professionalità, l’etica, l’acutezza e l’intelligenza di tanti intellettuali vengono invece messe da parte e bollate come opinionismo noioso e soporifero. Basta comparare l’audience di certi programmi-spazzatura con quelli di cultura o di approfondimento scientifico (Rai 3 per esempio): la bagarre e la pochezza l’hanno sempre vinta sul patrimonio popolare della conoscenza, dell’istruzione e della civiltà.
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