LE POESIE
— 6 Novembre 2021 Commenti disabilitati su LE POESIE 14
AI QUATTRO VENTI
Ho affidato ai quattro venti
l’immensa voglia che ho di pace.
Ma quell’aria vorticosa che confonde,
il mio sogno tramutò in chimera.
DOLMEN
Barbagli di luce riflessi da pietre lontane,
battiti di tempo scanditi dalla storia.
Nei soffici riverberi di un declino,
sta il tramonto dei ricordi e della memoria.
ANIMA
Lungo l’argine di là sul colle
lo sguardo vola sul fumo denso,
striscia lambendo sterpi e zolle
per poi sollevarsi immenso.
Oltre le nubi e i solari bagliori
contro il muro del vento si sospende,
poi di gioia e d’amore s’inonda
mentre intorno il mondo attende.
Volteggiando scende a sfiorar le onde
fra palpiti e fremiti senza tempo
poi sullo sfondo scorge la sua fine
e con l’eterno sogno si unisce e fonde.
DONNA MIA
Dal mio cuore straripa la gioia
quando sgorga dalle tue labbra il sorriso;
e in quella gioia sogno annegare
cullandoti fra le mani il dolce viso.
Voglio stampare sull’eterna memoria
quegli attimi immensi d’amore,
che strappati in silenzio alla storia
anche al vuoto hanno dato sapore.
Dal mio cuore straripa la gioia
quando sorge dai tuoi occhi il mio sole;
è quella luce che cerco ogni giorno
lottando col “buio” che non la vuole.
EUTANASIA DEL RICORDO
Nell’oblio l’animo è sordo,
ma di un qualsiasi passato
comunque il melanconico ricordo
esalta il tempo andato.
Sospesi nella mediale dimensione
ci si contempla la scorsa traccia
proiettando l’anima su future zone
lontano dal presente che ci abbraccia.
I lunghi sguardi, oziando nel remoto
o sorvolando le sfocate langhe,
rubano di forza alla coscienza
ciò che di buono esiste in questo vuoto.
Ma nel soggiorno sulle percorse strade
ritroviamo fra i ricordi un forte segno
ed è facile col passato dimostrare
che oggi è vita
ma domani è solo sogno.
FRONDE DI GUERRA
Chiudere gli occhi per non vedere,
chiudere gli occhi per non soffrire.
Il dolore di molti
cresce sul potere di pochi,
mentre l’anima si scuote nel frastuono
di tante inutili parole.
Chiudere gli occhi per non morire,
chiudere gli occhi per sperare ancora.
FUGA
Due giorni per nascondermi, due giorni per sparire;
devo tornare nell’ombra, non voglio più soffrire.
Il continuo ciclico ripetersi dei tempi annichilisce le forze,
e vorticosamente giro attorno al centro
senza poter fuggire, senza poter reagire.
Uno fra tanti senza me stesso, uno fra gli altri senza parole,
spicco i miei salti sempre più spesso,
ma a ogni balzo ritorno sempre al suolo.
Due giorni per nascondermi, due giorni per “morire“.
I CONTRAPPOSTI
Com’ è facile toccare il fondo quando credi di volare alto,
ovvio che girando in tondo ti ritrovi alla partenza.
Sono simili gli opposti e stanno sempre a rispecchiarsi.
Così è il dolore col piacere, un istante con l’eterno,
e infiniti e infinitesimi in quell’uguale divenire.
Se piangendo potrei gioire, forse ridendo saprò soffrire.
Ma se, per Fede, la morte è vita,
si deduce che siamo solo morti in “libera uscita“.
LA VITA IN UN AMPLESSO
Voglio guardarti
nell’intima penombra che avvolge la mia passione.
Voglio guardarti
in un crescendo di pulsazioni e rintocchi.
Voglio guardarti
nell’attesa di quell’attimo di luce.
Voglio guardarti
fino a quando…chiuderò gli occhi.
L'EREDITA' DEL TEMPO
Un mostruoso sogno mi percuote l’animo:
quest’orrendo caos che vivo tende a mutare in lascito,
tracima oltre il mio tempo l’informe magma in cui nuoto.
Non posso e non voglio che il dolore sia retaggio,
che una disgraziata tirannide di odio e indifferenza
divenga angosciante sorte di un’incolpevole prole.
Il mio incubo odierno non sarà il tuo futuro,
le oscure macchie di un ruvido passato
fluidificheranno nelle morbide tinte delle mie visioni.
TRAMONTO
Quando sento di poter toccare la luce,
mentre nuoto nel suo mare di colori,
colgo allora l’essenza di un attimo splendente,
ma comprendo tristemente in quel momento
che comunque siamo giunti a un tramonto.