Basta una A per fare la differenza

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La politica che vedete in questa foto (tale Gaia Romani – Assessora ai Servizi civici, Partecipazione e Trasparenza, Politiche del decentramento del Comune di Milano) ha segnalato sui social che il suo primo atto formale d’insediamento nel suo nuovo ruolo istituzionale è stato quello di sostituire la targa sulla porta del suo ufficio per specificare che l’incarico pro-tempore di assessore viene svolto attualmente da una donna (cosa che evidentemente per lei fa una grande “differenza”, al di là delle sue effettive qualità ancora tutte da dimostrare e alla faccia della parità sociale fra uomo e donna).
 
L’associazione “RINOPROMA” (rivendicazioni nomenclature professioni al maschile) ha fornito al blog “Striscia la Protesta” un lungo elenco di mestieri da rinominare in tutti gli atti pubblici considerando la “parità” di trattamento prevista dalle vigenti Leggi Italiane anche dal punto di vista maschile (se no che parità sarebbe), e le “sgrammaticature” concesse ufficialmente alle donne che prestano servizio negli stessi settori lavorativi.
Vi segnalo di seguito una piccola parte delle variazioni richieste alle istituzioni italiane all’interno dei documenti di riconoscimento e degli albi professionali:
AUTISTO
CAMIONISTO
POETO
VIOLINISTO
BARISTO
DENTISTO
GERIATRO
FARMACISTO
STILISTO
CENTRALINISTO
GIORNALISTO
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Un’altra associazione, la “IDIOTO” (Idee Demenziali Inducono Ogni Tanto all’Oscurantismo), ha chiesto ufficialmente di pubblicizzare tutte le brillanti e indispensabili iniziative delle professioniste italiane che, come questa “ASSESSORA“, ritengono di rivendicare al meglio i diritti delle donne semplicemente disastrando la lingua italiana …. ricordate le filippiche al riguardo diffuse sui media da boldrini, l’ex presidenta della Camera dei Deputati?
 
Bando agli scherzi, vorrei però chiedere a tutte le donne: “ma pensate veramente che questa tattica possa essere quella vincente, o che occorre fare ben altro per ottenere una reale parità di quei diritti cui aspirano giustamente tutte le donne del mondo?“.
E’ certo comunque che cominciare da banalità che amplificano le DIFFERENZE DI GENERE non sembra proprio essere il metodo migliore per farlo.
Sergio Figuccia

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